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domenica 13 settembre 2015

Cibo da strada siciliana

Se dico Sicilia, la prima cosa che vi verrà in mente è “Cannolo” o “Cassata” se siete amanti dei dolci, o “Arancino” se siete amanti dei salati. Dietro queste star incontrastate della cucina siciliana, che nell'immaginario collettivo sovrastano anche i templi grechi e chiese barocche di cui questa regione è piena o le infinite e, in agosto, affollatissime spiagge che offrono un po' di refrigerio al caldo afoso, si celano una lista infinita di specialità che una volta assaggiate, non verranno più dimenticate. Un avvertimento è d'obbligo: la cucina siciliana tradizionale e il concetto di dieta non possono coesistere. Quindi se pensate di andare in Sicilia e mantenere una taglia 38, cambiate destinazione. Se invece avete messo in conto di combattere contro (almeno) i 2kg di fine vacanza allora avete individuato la meta adatta a voi.

Ma entriamo nel vivo dell'argomento. I cibi da strada. Ce ne sono di due tipi: gli effettivi cibi che puoi gustare mentre cammini o seduto su una panchina, o quelli che compri come tali ma mangiarli diventa un'impresa sia perché sono tecnicamente ingestibili sia perché la digestione impegna tutte le energie che avresti potuto usare nell'arco di una settimana (quindi sono sconsigliatissimi ad esempio se poi ci si deve mettere alla guida.. sicuro che alla prima curva vi addormenterete sul volante!).

ARANCINI (Bar Alba o Bar Costa, Palermo)


Rientrano nella categoria “cibo da strada vero”, a patto che non ne mangiate 15 di fila, anche perché, a differenza di quelli che ho visto nei banchini di prodotti tipici del centro-nord Italia, in Sicilia gli arancini sono grossi all'incirca quanto una palla da tennis e pesano 1,5/2 etti. Sono delle palle di riso ripiene e fritte, dove, nella maggior parte dei bar, è il ripieno a caratterizzarne la forma, affinché sia più semplice riconoscerli a colpo d'occhio. Ne esistono di infinite varietà, ma quelli classici sono di due tipi:
-  Ca 'a carne: ripieni di ragù siciliano, cioè con i piselli (la forma è quella circolare classica)
-  Ca 'a burro: ripieni di mozzarella e prosciutto (la forma è una palla allungata, cilindrica)

PANELLE
Panelle vista mare

Tipico è il Panino con le panelle che quindi è “cibo da strada vero”, ma si possono acquistare anche pronte da friggere e farsele comodamente a casa (surgelandole durano anche diversi mesi). Non sono nient'altro che delle frittelle di farina di ceci e acqua che vengono fritte e servite dentro un bel panino spesso, tipo rosetta.

CAZZILLI
Il nome suscita sempre ilarità tra tutti i miei amici, e non li posso biasimare. Dietro questo nome si trova una semplice crocchetta di patata aromatizzata alla menta, e fritta. Vengono serviti o nei classici piattini di plastica o negli altrettanto classici coni di carta assorbente. Anche questi si trovano da comprare crudi per cuocerli a casa, ma sono veramente semplici da fare, quindi vi invito a provarli.

PANINO CA'MEUSA (schetto o maritato)
Questo panino è solo per i più curiosi e forti di stomaco. La “meusa” infatti è letteralmente la “milza”, tuttavia nel vostro panino non troverete solo questo, ma anche polmone e trachea, tutto tritato per dare quel tocco di croccante. Il tutto viene cotta al volo sulla piastra con lo strutto e servito in un bel panino, che non riuscirete a chiudere. Ai primi assaggi consigliano di condire il ripieno con un po' di limone, che smorza i sapori.
Se oltre al ripieno classico (schetto) è presente anche la ricotta, allora si dice che è “maritato”.
Consiglio di gustarlo alla Focacceria San Francesco a Palermo, comodamente seduti ad un tavolo.

STIGGHILOLE
Altra prova di coraggio. Le stigghiole sono i budellini di agnello (che non è stato svezzato) cotti alla brace per lungo e serviti in un bel panino.

PANE CUNZATO (Scopello, TP)
Immaginatevi (se non siete mai stati in Sicilia) una forma di pane intera da mezzo o un chilo, tagliata a metà e condita (cioè “cunzata”) con pomodoro fresco, acciughe, origano, olio, pecorino siciliano stagionato, passato al forno per riscaldarlo e servito. Non vi aspettate di poter chiedere il pane a fette, l'unica concessione che viene fatta è la presenza o meno delle acciughe, ma proprio perché siete turisti.
Rientra nella categoria “cibi da strada impegnativi”, quindi vi consiglio di gustarlo stabilmente seduti ad un tavolo, magari quello di casa dove nessuno potrà vedere le vostre acrobazie per non far cadere il ripieno dal pane.

SFINCIONE (Alcamo, TP)

Anche detta “pizza siciliana”. E' una pizza la cui base è lievitata e alta 1.5cm e il condimento prevede: acciughe, pecorino siciliano stagionato, salsa di pomodoro con cipolle a pezzettoni, origano. Cottura al forno classica (se questo potesse rincuorarvi dal punto di vista calorico), è veramente saporita perché il pecorino è presente anche nella base.


I luoghi indicati in questo articolo sono limitati alla mia esperienza personale della Sicilia occidentale. Non è escluso che l'articolo verrà ampliato via via che la mia cultura culinaria (e la taglia dei miei vestiti) aumenterà.

martedì 9 giugno 2015

torta integrale vegana



Ingredienti (per uno stampo da 24 o 26 cm di diametro)
secchi:
- 150 g di farina di segale
- 150 g di farina di grano saraceno
- 150 g tra noci, nocciole e pinoli tritati grossolanamente
- 1 bustina di lievito vanigliata + una puntina di bicarbonato

cremosi:
- 70 g di olio di semi 
- 2 banane ben mature
- 250g di yogurt di soia naturale non zuccherato (alpro)
- 100g di miele di acacia
- 120g di sciroppo d’agave

per farcire: 
200 g di marmellata di mirtilli rossi non zuccherata (tipo zuegg)

Le dosi sono per una tortiera tradizionale, per questa erano eccessive, 
infatti ho aggiunto anche 4 muffin :p


Procedimento
Tritare grossolanamente la frutta secca. Per far sì che rimanga asciutta e non si impasti con le lame del mixer consiglio di mettere contenitore e lame un quarto d'ora in surgelatore prima di utilizzarli per tritare.
Unire tutti gli ingredienti secchi e mescolare.
Frullare separatamente tutti gli ingredienti cremosi e successivamente unire agli altri.
Infornare a 180° in forno già caldo per 20 minuti, poi abbassare la temperatura a 160° e continuare la cottura per altri 10/20 minuti (regolatevi con la prova dello stecchino).
L'interno, a causa della banana, può rimanere leggermente compatto e bagnato ma è assolutamente buona e cotta!
Una volta raffreddata tagliare longitudinalmente e farcire con la marmellata ai mirtilli rossi.
A piacere spolverizzare con zucchero a velo oppure ricoprire con un velo di miele e con mandorle a scaglie.

Piccola nota
Non ho le competenze necessarie ad affermare che lo sciroppo d'agave sia migliore dello zucchero, ad esempio per i diabetici. Se ritenete opportuno utilizzare un diverso dolcificante (sempre liquido o cremoso) iniziate con una quantità minore e poi assaggiate l'impasto per regolarvi. Tanto non ci sono uova, un assaggio di farina cruda non ha mai ucciso nessuno :D


martedì 24 febbraio 2015

Piadina di segale



periodo di dieta, ci tocca sperimentare un po' di ricettine light! :)

Ingredienti
- 45g di farina di segale
- 1 pizzico di sale
- 1/4 di cucchiaino di bicarbonato
- 3-4 cucchiai d'acqua
- erbette a piacimento
- olio d'oliva (q.b.)

Procedimento
Mescolare gli ingredienti asciutti e poi aggiungere l'acqua un cucchiaio alla volta (in modo da ridurla o aumentarla secondo necessità), formando una pallina ben compatta ma che non si sfaldi.


Personalmente non metto olio nell'impasto ma siccome viene molto appiccicoso (e aggiungendo farina invece si sbriciola) è necessario ungere il tagliere e le mani.
Impastare bene fino a far diventare l'impasto bello liscio e poi stendere col matterello (anch'esso leggermente oliato).


Ovviamente si può "coppare" l'impasto steso per dargli una forma più regolare.
Cuocere in una padella antiaderente (consiglio quelle di pietra) senza aggiungere altro olio.


In questo modo viene una piadina molto croccante e non elastica (più simile a una schiacchiatina secca).
Ovviamente aggiungendo più olio nell'impasto di può ottenere un risultato più morbido e più simile alle piadine classiche.